venerdì 25 novembre 2011

Mariano di Valmòzzola (PR)

Abbracciata da una catena di monti alpestri dominati dalle cime del Barigazzo (m. 1284) e del La Tagliata (m. 1227), Mariano, nell’alta valle del Mòzzola, è una stazione climatica estiva un tempo rinomata.
Questa terra rivolta al sole, è stata frequentata fin dalla preistoria da cacciatori-raccoglitori e, in età romana, è stata sede di insediamenti rustici. Nell’alto medioevo era legata alla Corte di Turris (oggi Borgo val di Taro) ed era in parte posseduta dalla Pieve di Varsi. In età medievale Mariano faceva parte del feudo di Gusaliggio e Val di Mòzzola, posseduto dai marchesi Pallavicino fino al 1428, quindi incamerato dai Duchi di Milano e ceduto prima al condottiero Nicolò Piccinino, quindi, nel 1472, ai marchesi Fogliani Sforza fino all’abolizione napoleonica del sistema feudale (1805). 
Nel 1554 il parroco di Berceto Don Giorgio Franchi annotava nel suo diario che: “... apparve una cometa a forma di una fascina infuocata presso il monte Barigazzo; questa si vedeva ogni sera dall’una e durò per lo spazio di 15 giorni e stava ferma due o tre ore, [tanto] che ogni persona la vedeva”. Nelle notti della primavera del 1997, chi da Berceto guardava il Monte Barigazzo, poteva ammirare nel cielo un effetto simile causato dal passaggio della cometa Hale Bopp.
Osservando il crinale che domina Mariano, il capitano Antonio Boccia annotava nel suo Viaggio ai monti di Parma (1804) che la Val Mòzzola è: “fiancheggiata da alti monti, l’ossatura dei quali è petrosa”. Note climatiche e faunistiche ci vengono invece tramandate da Lorenzo Molossi, attraverso il Vocabolario Topografico dei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla (1832-34), il quale ricorda che nell’alta valle del Mòzzola, cioè nel territorio di Mariano, “l’inverno vi è prolungatissimo. In certe forre o gole strette di monti si mantiene la neve di più anni. Cacciansi lepri, tordi, merli, e beccacce principalmente, ed anche volpi, tassi, e qualche lupo in certe macchie. I luoghi detti le Bratte (sotto la chiesa di Mariano) e le Pianazze sono ottimi per le beccacce” .
Dominata dal massiccio campanile con elementi decorativi romanici, la chiesa parrocchiale di Mariano, che porta l’antica dedicazione ai Santi Gervasio e Protasio, era dipendente dalla Pieve di Gusaliggio; oggi conserva gli affreschi del celebre pittore parmigiano Umbero Concerti, il notevole tabernacolo in marmo bianco del famoso scultore valtarese Giuseppe Castagnoli ed elementi che attestano un’origine altomedioevale.
Tra i caratteristici abitati che formano la frazione si segnalano: Vettola, in cui si trova un bell’esempio di corte rurale ottocentesca, e Castello che, nonostante interventi che ne hanno cancellato i richiami all’antico maniero dal quale pare abbia preso il nome, conserva fra le sue caratteristiche quella di belvedere sulla Val Mòzzola ed oltre.

Bibliografia:

ANDREA CONTI, “… et andoni in valdemuzola per passare in lulisena…”. Appunti e considerazioni sulla viabilità antica della valle del Mozzola, in “Archivio Storico per le Province Parmensi”, s. IV, XLVIII (1996), ed. 1997, pp. 245-249

ANDREA CONTI, La valle del Mozzola e la Rocca di Gusaliggio. Antica terra dei marchesi Pallavicino, in “Il Corriere Romeo”, n. 14, anno VII, dicembre 2001, pp. 34-46

ANDREA CONTI, Paesaggi rurali nella valle del Mozzola tra i secoli XV e XVI, in “Il Corriere Romeo”, n. 20, anno X, dicembre 2004, pp. 65-66

ANDREA CONTI, I signori dei castelli di Compiano, di Landasio-Gusaliggio e di Bardi tra autorità pubblica e signoria territoriale (secoli XI-XII), in “Archivio Storico per le Province Parmensi”, s. IV, vol. LVIII (2006), ed. 2007, pp. 193-206

ANDREA CONTI, Il marchese Uberto Pallavicino detto il Grande (n. circa 1197 - m. 1269) nei documenti e nella Cronica di Salimbene de Adam, in L’Appennino emiliano. Omaggio a Vito Fumagalli, a cura di G. BACCHI, Atti del Convegno (Bardi, 28 ottobre 2007), Bardi 2008, pp. 23-38